MOGGI RINVIATO A GIUDIZIO Se a Napoli i pm Beatrice e Narducci stanno ancora sbobinando migliaia di telefonate dei protagonisti di Calciopoli, i loro colleghi romani hanno appena chiuso la parallela inchiesta sulla Gea, con esiti forse non sorprendenti, ma non per questo meno clamorosi.La Procura capitolina ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di Luciano Moggi, del figlio Alessandro, di Franco Zavaglia, Davide Lippi, Riccardo Calleri, Luciano Gaucci, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo. L'accusa riguarda le presunte irregolarità legate all'attività della potente società di procura sportiva. Chiesta invece l'archiviazione delle posizioni di Chiara Geronzi, Tommaso Cellini e Giuseppe De Mita. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza tramite minacce e violenza privata. L'ex patron del Perugia è imputato solo per illecita concorrenza. In sostanza, secondo quanto emerso dall'inchiesta, la Gea si sarebbe assicurata il controllo di numerosi calciatori con sistemi illeciti. L'indagine venne avviata qualche anno fa e a formulare le prime accuse furono l'ex dirigente del Venezia Franco Dal Cin e il presidente dell'Ancona Ermanno Pieroni. La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dai pubblici ministeri di Roma Maria Cristian Palaia e Luca Palamara che seguono da tempo la vicenda. Nell'atto, Luciano Moggi, suo figlio Alessandro e Franco Zavaglia sono indicati come organizzatori della "Gea world Spa", società creata per acquisire il maggior numero possibile di procure sportive e tramite essa ottenere un potere contrattuale in grado di incidere in maniera determinante sul mercato calcistico per condizionare la gestione dei calciatori e di varie squadre del campionato di calcio. A tale scopo l'ex Dg della Juventus "poteva sfruttare il potere e la forza di intimidazione derivategli dai metodi usati nella sua esperienza nel mondo del calcio". Per quanto riguarda Riccardo Calleri, Davide Lippi, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo l'accusa è di aver coadiuvato i Moggi e Zavaglia nell’attività di procacciamento delle procure con metodi illeciti. Gli accertamenti dei pm romani non si sono chiusi, altri filoni di indagine riguardano il mondo arbitrale e le presunte omissioni da parte della federcalcio. |