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Monday, May 07, 2007 |
Parola d'ordine: vietato dire che la Juve rischia la C1!DI PAOLO ZILIANI A dispetto dell'evidenza, e delle dichiarazioni di Borrelli sui "fatti nuovi del campionato 2005-2006", il pianeta-pallone ha già fatto scattare la gigantesca Operazione-Negazione: va tutto bene, manteniamo la calma... C1.Domenica, 6 Maggio 2007 Se fosse un film dell’orrore potrebbe intitolarsi “La Cosa”. Oppure “La Presenza”. Un’entità sinistra e insinuante che nessuno vede ma che tutti avvertono: terribile e avvolgente, angosciante e incombente. Un incubo strisciante di cui nessuno vuole parlare ma da cui è impossibile liberarsi. Un incubo che abita i pensieri di tutti ma che nessuno è in grado di tradurre in parole: perché “La Cosa” fa troppa paura, e quel che conta è negarla. Rimuoverla. Tenerla il più possibile lontana da sé fino a quando non ti pianta le unghie nella schiena, malvagia e subdola, e ti paralizza. Ti annienta. Se fosse un film dell’orrore potrebbe intitolarsi “La Cosa”. Invece, la cosa cui alludiamo altro non è che un fatto di cronaca – semplice nella sua spiacevolezza – con tanto d’etichetta già confezionata in bella vista: “Calciopoli 2”. E cioè la seconda tranche dell’inchiesta dei giudici napoletani Narducci e Beatrice che ha messo in luce come Moggi, direttore generale della Juventus, abbia continuato a intrattenere rapporti a dir poco illeciti, su utenze segrete da lui stesso procurate, attivate e alimentate, con arbitri, dirigenti del Palazzo e personaggi di varia umanità del sottobosco del pallone. Contatti che sono stati portati avanti non solo nella stagione, già indagata, 2004-2005 (il campionato che è costato alla Juve la retrocessione in B e 2 scudetti), ma anche in quella successiva, la 2005-2006. Ebbene: nonostante ciò sia noto a tutti, al punto che Saverio Borrelli, capo dell’Ufficio Inchieste, in data 5 maggio 2007 ha dichiarato: “Calciopoli non è ancora finita. Le indagini continuano, specie dopo i risultati della procura di Napoli che ha fatto riferimento all’annata calcistica 2005-2006” (confronta tutti i giornali di oggi, domenica 6 maggio); nonostante l’evidenza, dicevamo, il mondo dell’informazione sta dando vita alla più gigantesca operazione di negazione – e di rimozione anticipata - che si ricordi a memoria d’uomo. In pratica: c’è un terribile scandalo esploso sotto gli occhi di tutti e tutti fanno finta di niente. E parlano di mercato, di Buffon che resta o che va via, di Frings e Almiron, della Juve che potrebbe anche – chissà – vincere subito lo scudetto. Tutti fanno finta di niente e le domande che sorgono spontanee sono: perché? A che pro? E fino a quando? Ricapitolando. Per le vergognose intercettazioni venute alla luce in “Calciopoli 1” (maggio 2006), telefonate che riguardavano il campionato 2004-2005, la Juventus è stata mandata in B e si è vista togliere 2 scudetti; Moggi e Giraudo, i suoi due massimi dirigenti, sono stati squalificati per 5 anni con proposta di radiazione; e sanzioni più o meno pesanti sono state inflitte, sotto forma di punti di penalizzazione, anche a Milan, Fiorentina, Reggina e Lazio. Oggi, a distanza di un anno, è esplosa “Calciopoli 2”. E si viene a sapere che i giudici napoletani, proseguendo nelle loro indagini, hanno scoperto fatti ancor più compromettenti. Per esempio: Moggi aveva creato, nel 2004-2005, una rete di comunicazione segreta, con colloqui non intercettabili, con i personaggi del sottobosco della Cupola, grazie a utenze anonime svizzere date in uso a designatori, arbitri e compagnia cantante. Dopodichè, temendo di essere scoperto (gli spifferi su indagini aperte da più Procure l’avevano puntualmente raggiunto), nel 2005-2006 aveva sostituito le sim-card anonime svizzere con sim-card ancor più anonime del Liechtenstein; e aveva continuato bel bello ad orchestrare le sue trame infette sul regolare svolgimento del campionato, almeno fino all’esplosione dello scandalo (maggio 2006). Che cosa comporta tutto ciò? Dal punto di vista della giustizia sportiva – come dice Borrelli – una conseguenza semplice ed automatica. E cioè: verrà aperta una nuova inchiesta sul filone mai indagato del campionato 2005-2006; verranno fatti interrogatori, saranno celebrati processi, verranno sanzionati – se i giudici lo riterranno – tesserati e club responsabili di questi nuovi atti illeciti. E insomma, né più né meno di quanto successe l’estate scorsa, potremmo trovarci di fronte a classifiche stravolte e a club retrocessi d’ufficio nelle serie inferiori o penalizzati. Domanda: quali sono, allo stato attuale delle indagini portate avanti dalla Procura di Napoli, i club che rischiano di più? Risposta: la Juventus e il Messina (per chi non lo sapesse: il braccio armato di Moggi, in questa storiaccia di “contatti underground” con arbitri e designatori, è un certo Fabiani, direttore sportivo del Messina, amico per la pelle del benemerito ex arbitro De Santis fin dai tempi in cui i due compagni di merende facevano gli agenti di custodia – sic – a Roma. Quando si dice i casi della vita...). Ma torniamo a bomba. Che cosa rischiano, Juventus e Messina, in questa “Calciopoli 2”? Anche se l’argomento è tabù, anzi, Tabù con la T maiuscola (c’è chi dice che il calcio italiano, e i giornali, e le tivù, non siano in grado di sopportare un secondo anno di serie A senza la Juventus), è chiaro a tutti che se la Juve, un anno fa, venne mandata in B e penalizzata di 30 punti (poi diventati 17, infine 9) per quel che venne definito un “illecito strutturale” orchestrato da Moggi e Giraudo sull’intera stagione calcistica, si ritrova ora al punto di partenza; e cioè, se verrà provata la rete di comunicazione segreta che legava Moggi ad arbitri e dirigenti (arbitrali e del Palazzo), la Juventus rischia di essere retrocessa all’ultimo posto del campionato appena disputato, che stavolta è quello di serie B, e iscritta al campionato immediatamente inferiore, quello di C1. Dove potrebbe trovare la compagnia del Messina, che in serie B c’è già finita di suo, quest’anno, sul campo. Naturalmente, può darsi tutto. Anche che i giudici sportivi, al termine dei processi, dicano che non c’era niente di male in quel che faceva Moggi, lasciando quindi la Juve prima classificata in B e promossa di diritto in serie A. La sola cosa certa è che qualcuno, presto, dovrà prendere atto del problema, anche a livello di comunicazione; maneggiare la patata bollente; affrontare il Tabù. E dare alla gente risposte convincenti. Perché sarà anche vero che il calcio italiano non può permettersi di fare a meno della Juventus in serie A (?): ma è importante che il rimedio non sia peggiore del male. Perché dire: “La Juventus ha già pagato abbastanza! Facciamo un bell’atto di indulgenza e mettiamoci una pietra sopra”, sarà anche un pensiero gentile, ma potrebbe essere pericoloso. Tanto per fare un esempio: con che faccia si potrebbe punire, in futuro, un Genoa che tenta in modo goffo di accomodare una partita (come successe per Genoa-Venezia 3-2) se è già passato il principio che la Juventus ha potuto condizionare indisturbata non una partita, ma un intero campionato, perdonata dal Palazzo con un buffetto e un rimprovero affettuoso? Vale la pena correre il rischio di vedere il calcio italiano trasformato in una specie di “Rollerball” dove la sola regola è: non ci sono regole? E soprattutto: come spiegare tutto questo alla gente per bene, e cioè alla stragrande maggioranza degli sportivi, già dal tempo sul piedi di fuga dal sempre più maleodorante, irrespirabile, invivibile pianeta-pallone? Come diceva Rossella O’Hara: “Domani è un altro giorno”. E comunque, coraggio: la situazione è grave, ma non è seria... |
posted by Surfcasting @ 8:03 AM |
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1 Comments: |
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Ecco, quello che non riesco a capire, neanche dal punto di vista giuridico, è questa giustificazione: la giuve è già stata condannata. il problema è che se uno viene condannato per aver rubato, si fa 6 mesi di galera, esce fuori dal carcere e ruba di nuovo o viene di nuovo appurato che era l'artefice di altri furti, verrà riprocessata e ricondannato. La galera non ti rende immune da altri processi.
e cazzo.
forza Roma.
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Ecco, quello che non riesco a capire, neanche dal punto di vista giuridico, è questa giustificazione: la giuve è già stata condannata.
il problema è che se uno viene condannato per aver rubato, si fa 6 mesi di galera, esce fuori dal carcere e ruba di nuovo o viene di nuovo appurato che era l'artefice di altri furti, verrà riprocessata e ricondannato.
La galera non ti rende immune da altri processi.
e cazzo.
forza Roma.