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Blog-Show la vetrina italiana dei blog!

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Goal.com

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Thursday, May 31, 2007
CALCIO, CASSAZIONE: E' FRODE SPORTIVA SOMMINISTRAZIONE DOPING

E' da considerarsi frode sportiva la somministrazione di sostanze dopanti "capaci di alterare il genuino svolgimento della competizione" sportiva. Lo dice la Seconda sezione penale della Cassazione nel depositare le motivazioni con le quale lo 29 marzo, è stata dichiarata l'intervenuta prescrizione del reato nei confronti di Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus, e del medico sportivo Riccardo Agricola. Nella sentenza n. 21324 depositata oggi al Suprema Corte, accogliendo il ricorso del procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, spiega a chiare lettere che "l"extraneus' che somministra ai partecipanti alla competizione, sostanze atte ad alterarne le prestazioni, e che fraudolentemente mira a menomare o ad esaltare le capacità atletiche del giocatore, pone in essere una condotta che consiste in un espediente occulto per fare risultare una prestazione diversa da quella reale".
LA SOLITA FIGURA DI MERDA DELLA GIUVE E DEI GIUVENTINI
posted by Surfcasting @ 11:36 AM   0 comments
Saturday, May 26, 2007
CI SONO RIUSCITI...DESCHAMPS SI E' DIMESSO

Finalmente ci sono riusciti dopo tante pressioni fatte sul francesealla fine Didier si è dimesso facendo posto probabilmente a Marcello Lippi...TUTTO COME AL SOLITO IN PERFETTO STILE GIUVE
posted by Surfcasting @ 7:39 PM   0 comments
Friday, May 25, 2007
Moggi e Ibrahimovic: Dio li fa, poi li accompagna!

www.paoloziliani.it
Proposta: e se Moratti aumentasse l’ingaggio ad Ibrahimovic di 30 denari? La somma ci sembra quella giusta: duemila anni fa, per 30 denari Giuda tradì Gesù vendendolo al Sinedrio; oggi, 30 denari ci sembrano l’equo compenso per il Nuovo Giuda che ha avuto la pensata, dopo lo scudetto dei record dell’Inter, di aprire la porta di casa a Moggi, mettergli in braccio il figlioletto, farsi fotografare e intervistare e dire (tra le altre cose): “L’Inter avrebbe bisogno di uno come Moggi. La Triade è stata punita solo perché vinceva. Alla Juve gli avversari se la facevano sotto e noi partivamo sull’1-0: all’Inter questo non succede. Una grande squadra non può prendere 6 gol come ha fatto l’Inter”. A dire queste amenità, per chi ancora non lo sapesse, è stato Zlatan Ibrahimovic. Che vuole dall’Inter un aumento di stipendio da capogiro (da 5 a 9 milioni l’anno) e mette alle strette Moratti dicendo: “Spero di fare in fretta. Alla Juventus su certe cose erano molto più decisi. Con Moggi era tutto stabilito. Del resto, loro erano abituati a stare al vertice”. Come dire: alla Juve non erano una banda di pellegrini come i mammalucchi che ho trovato all’Inter...Trenta denari a Ibra. Dopo aver letto l’intervista a “Libero” – il quotidiano, guarda caso, che ogni settimana ospita le articolesse di Big Luciano - non viene spontaneo dire: “Okay, il prezzo è giusto?”. È il caso di chiamare le cose col loro nome: la rimpatriata di Moggi a casa-Ibrahimovic, con tanto di giornalista e fotografo al seguito, è la più volgare, avvilente e indecente baracconata che le menti tarate di un certo sottobosco del calcio - dove Moggi sguazza ancora che è un piacere - potevano concepire. C’è tanto disprezzo, tanto cinismo e tanta amoralità in una così squallida messa in scena, che il solo sentimento capace di farsi largo nell’animo delle persone per bene è la speranza: la speranza che Moratti tratti i guitti di questa sgangherata commedia come davvero meritano, cioè prendendoli – anche se solo allegoricamente – a calci nel sedere. Altra soluzione non ci può essere.Ricordate le intercettazioni di Calciopoli-1 tra Moggi e Raiola, il manager di Ibrahimovic, ai tempi delle trattative per il passaggio di Zlatan dall’Ajax alla Juventus? Col manager che promette a Moggi ammutinamenti e ricatti al club olandese per favorire il passaggio di Zlatan al club bianconero? Beh, tre anni dopo siamo punto e a capo: con la compagnia di giro diretta da Big Luciano che ci ammannisce questa triste e volgare commediaccia dal titolo “Spenniamo Moratti e facciamoci due risate”, con una sceneggiatura da fare paura. Per l’appunto: il giocatore già della Juve che spalanca le porte di casa a Moggi (“Carramba, che sorpresa!”), gli mette in braccio il frugoletto, racconta al giornalista quant’era bravo – alla Juve – il mammasantissima, e come le cose con lui filassero alla grande, non come all’Inter. Dove nessuno si affretta a raddoppiargli l’ingaggio, mentre all’estero ci sono club che lo ricoprirebbero d’oro. Due nomi a caso: Real Madrid (vuoi vedere che c’è lo zampino di Capello?) e Chelsea (vuoi vedere che sulla panchina di Mourinho arriva davvero Capello?).Una cosa è certa: se Moratti è un uomo con la spina dorsale, dopo la pacchianata messa in piedi dalla Premiata Ditta “Moggi & Raiola & Company” convoca Ibra in via Durini, lo ringrazia sentitamente e lo prega di andare alla Pinetina a raccogliere le sue cose, chè con l’Inter ha chiuso. Perché ormai è chiaro a tutti: a Ibrahimovic non interessa niente dell’Inter, niente di Moratti, niente dei tifosi, niente di niente. Gli interessano solo i soldi, che vuole guadagnare sempre di più, ogni anno di più, e gli interessa farlo accompagnandosi a tipi come Moggi – e la sua corte – , gente che la sa lunga sul modo migliore, e più veloce, per farsi gli affaracci propri. Un giocatore che dice le cose che ha detto Ibra, senza farsi scrupolo di ferire la sensibilità di un presidente, di un allenatore, di 30 compagni di squadra e di milioni di tifosi - anzi: proponendosi di ferirli tutti, dal primo all’ultimo, proprio per ottenere il massimo dell’effetto sperato – non merita di rimanere un secondo di più in un club che invece, si spera, dà ancora importanza a valori come il rispetto, l’educazione, la dignità, il senso del decoro.Se Ibrahimovic resta, sarà la rovina dell’Inter. E a Moratti non resta che fare la sola cosa sensata che gli rimane: dargli il lasciapassare e farlo tornare, ufficialmente, tra le braccia di Moggi. Come diceva quello: “Dio li fa, poi li accompagna”.
posted by Surfcasting @ 11:58 AM   0 comments
Thursday, May 24, 2007
Chivu - Juve? "Ma mi faccia il piacere..." Lo afferma il procuratore del rumeno, che tranquillizza i tifosi romanisti: "La siuazione è molto tranquilla, nessuna paura".
http://goal.com

Qualcuno dà per fatto il passaggio di Christian Chivu alla Juventus, qualcun altro dice che sono solo fandonie. Ed è il procuratore del rumeno, Andrea Pretti, a smentire in modo categorico qualsiasi trattativa tra i bianconeri e il suo assistito: "Ci vorrebbe più serietà, ho letto pagine intere su un presunto accordo che nei fatti non esiste - ha detto Pretti a Radio Incontro - il giocatore vuole rimanere alla Roma e la situazione è molto più tranquilla di quanto sembri: ci sono i margini di tempo per un incontro e non dobbiamo certo segnarlo sull'agenda".
magari si riferisce a TUTTOSPORT?
posted by Surfcasting @ 11:45 AM   0 comments
Saturday, May 19, 2007
SONO TORNATI MUORE DI NUOVO LA SERIE A


MALTORNATI




posted by Surfcasting @ 11:16 AM   0 comments
Wednesday, May 16, 2007
Juve: bacchettate a Secco sui rapporti con Moggi

Moggi chiama e la Juve si divide ancora. Non è piaciuta al presidente Cobolli Gigli la dichiarazione del direttore sportivo Alessio Secco circa una telefonata di sostegno ricevuta dall'ex direttore generale bianconero, dopo la gara contro il Bologna. Una situazione di nervosismo evidente, soprattutto dopo le ultime uscite di Moggi che già la settimana scorsa aveva rivelato di essere in contatto con Secco, suo erede nel riolo di uomo-mercato in casa Juve. Se non bastasse, poi, c'è stata l'intervista dell'ex dirigente Capobianco a Repubblica sui doni elargiti agli arbitri sempre dallo stesso Moggi.
Insomma con la serie A ad un passo, la Juve non riesce proprio a mettersi alle spalle il recente passato. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa hanno detto i protagonisti di questo botta e risposta.
Il primo a parlare è stato il direttore sportivo della Juventus, Alessio Secco, analizzando il difficile momento che tutto il club bianconero sta vivendo e testimoniando la determinazione di tutto l'ambiente ad andare avanti. "Dopo la contestazione avvenuta in occasione di Juventus-Bologna - ammette Secco -, ho avuto tanti messaggi di solidarietà e di incoraggiamento a non mollare, tra cui anche quello di Luciano Moggi".
Puntuale e seccata la replica del presidente Cobolli Gigli: "Prendo atto del fatto che Moggi ha chiamato Secco. Non conosco il signor Moggi. Lo conosco solo da quello che è stato scritto sui giornali. La nuova Juve trasparente non deve avere nulla a che fare con la vechia Juve".
posted by Surfcasting @ 8:05 AM   1 comments
Friday, May 11, 2007
Ex dirigente della Juve rivela"Così Moggi pagava gli arbitri"
http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/sport/calcio/capobianco-accusa/capobianco-accusa/capobianco-accusa.html
TORINO - Due premesse. La prima: "Tutto quello che dirò è documentato e dimostrabile". La seconda: "Sono in causa con la Juve davanti al tribunale del lavoro di Torino. Ho cominciato a lavorare con Boniperti nel 1984. Un uomo eccezionale. Poi nel settembre del 2005, dopo che già da tempo i miei rapporti con Giraudo erano degenerati, sono stato costretto a lasciare la società". Maurizio Capobianco, ex dirigente di Juventus F. C., è un tipo così. Uno a cui piace parlare chiaro, diretto e, soprattutto, dire le cose esatte. Fino ad oggi, le inchieste erano accusate tutte di avere un punto debole: non si capiva per quale motivo, al di là di evidenti interessi di carriera e di posizione, gli arbitri italiani avrebbero dovuto rendere servigi a Moggi & co. Ora, per la prima volta, si capisce come gli arbitri "venivano ripagati". Spiega Capobianco: "Solo agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc".

Beni di ingente valore? "Beni facilmente monetizzabili che venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela".
Si tratta di affermazioni pesanti, se ne rende conto? "Sono tutte cose che, all'occorrenza, posso dimostrare".
A quando risalgono i casi in questione? "Risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95"
. Chi sono questi arbitri? "Questo non ho intenzione di dirlo, al momento".
Quanto ingenti erano questi beni monetizzabili? "20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione"". Dalle intercettazioni è emerso che Bergamo e Pairetto erano in ottimi rapporti con la Juve. "Bergamo non so, Pairetto era di casa alla Juve".
Quei "beni" erano destinati a loro? "Non ho intenzione di dire di più, ora. La mia intenzione è solo quella di dare un contributo di verità a tutta questa storia. Però per quanto riguarda Pairetto una cosa le posso dire: nel 2000 proprio lui tirò fuori la storia dei Rolex della Roma. Beh: pochi mesi prima, nell'ottobre del 1999, ricevette dalla Juve una moto che, in seguito, non mi pare si sia premurato di restituire".
Perché si è deciso a raccontare queste cose proprio adesso? "Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni".
Cominciamo dai giornalisti? "Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".
Un premio scudetto ai giornalisti. E sulla società Juve le inchieste hanno raccontato tutto? "Quasi. Della Semana srl, la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30 per cento, si è parlato poco".
Cosa si poteva dire? "Che attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro".
A cosa serve la Semana? "Gestisce tutte le attività che ruotano attorno allo stadio e agli impianti. Cosa che, almeno fino a quando c'ero io, ovvero marzo 2006, faceva a prezzi maggiorati del 20%, così come il contratto oltremodo oneroso stipulato con Juventus prevedeva. Va detto che la Semana è per il 30 per cento della Juve, per l'altro 70 di una ragnatela di fiduciarie che portano a Giraudo". Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus. "Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".
Bertolini, quello che andava in
Svizzera a comprare le sim per Moggi? "Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..." Non si è mai accorto della rete svizzera di Moggi? "Solo frammenti... Una volta viene da me la signora Gastaldo, ex-dirigente amministrativa e mi dice: "Questo Bertolini, ma che ci fa con tutte 'ste schede svizzere?"... Era disperata perché Bertolini quando riceveva l'ordine da Moggi andava da lei, prendeva tre-quattro mila euro in contanti e se ne andava in Svizzera. E così rimaneva un buco nella cassa. E la signora Gastaldo (in società fino al 2005, ndr), che è una persona molto seria e pignola, un paio di volte ricordo che mi chiese di vendere a privati degli orologi e dei preziosi della società per colmare il buco creato". Sembra esserci un rapporto strano tra gli orologi e la Juventus... "In dieci anni ho visto entrare centinaia e centinaia di orologi delle marche più prestigiose: Jaeger Le Coltre, Franck Muller, Cartier, Girard Perregaux, Bulgari. La destinazione degli stessi, a parte quelli che finivano ai soliti giornalisti amici (oltre che a giocatori e staff), sono segreti custoditi da Giraudo e dalla Gastaldo che ne teneva la contabilità". Parliamo delle complicità. Fabiani, il ds del Messina che tirava le fila del mondo arbitrale insieme a Moggi, l'ha mai visto? "Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina". Le istituzioni. "Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì". La Gea. "Ricordo che un caso che mi segnalò la signora Gastaldo. Nel dicembre 2004 si è coperta una provvigione liquidandola con un contratto di consulenza a una società di comodo. La fattura da 250.000 euro era intestata a una cooperativa romana di giornalisti dietro la quale, a dire della Gastaldo, c'era la Gea". Si rende conto che questa intervista a Torino rischia di renderla impopolare? "I primi dieci anni alla Juventus sono stati i dieci anni più belli della mia vita professionale. Penso che il mio contributo di verità sia dovuto".
posted by Surfcasting @ 5:45 AM   0 comments
Monday, May 07, 2007
Parola d'ordine: vietato dire che la Juve rischia la C1!DI PAOLO ZILIANI
A dispetto dell'evidenza, e delle dichiarazioni di Borrelli sui "fatti nuovi del campionato 2005-2006", il pianeta-pallone ha già fatto scattare la gigantesca Operazione-Negazione: va tutto bene, manteniamo la calma...
C1.Domenica, 6 Maggio 2007
Se fosse un film dell’orrore potrebbe intitolarsi “La Cosa”. Oppure “La Presenza”. Un’entità sinistra e insinuante che nessuno vede ma che tutti avvertono: terribile e avvolgente, angosciante e incombente. Un incubo strisciante di cui nessuno vuole parlare ma da cui è impossibile liberarsi. Un incubo che abita i pensieri di tutti ma che nessuno è in grado di tradurre in parole: perché “La Cosa” fa troppa paura, e quel che conta è negarla. Rimuoverla. Tenerla il più possibile lontana da sé fino a quando non ti pianta le unghie nella schiena, malvagia e subdola, e ti paralizza. Ti annienta.
Se fosse un film dell’orrore potrebbe intitolarsi “La Cosa”. Invece, la cosa cui alludiamo altro non è che un fatto di cronaca – semplice nella sua spiacevolezza – con tanto d’etichetta già confezionata in bella vista: “Calciopoli 2”. E cioè la seconda tranche dell’inchiesta dei giudici napoletani Narducci e Beatrice che ha messo in luce come Moggi, direttore generale della Juventus, abbia continuato a intrattenere rapporti a dir poco illeciti, su utenze segrete da lui stesso procurate, attivate e alimentate, con arbitri, dirigenti del Palazzo e personaggi di varia umanità del sottobosco del pallone. Contatti che sono stati portati avanti non solo nella stagione, già indagata, 2004-2005 (il campionato che è costato alla Juve la retrocessione in B e 2 scudetti), ma anche in quella successiva, la 2005-2006. Ebbene: nonostante ciò sia noto a tutti, al punto che Saverio Borrelli, capo dell’Ufficio Inchieste, in data 5 maggio 2007 ha dichiarato: “Calciopoli non è ancora finita. Le indagini continuano, specie dopo i risultati della procura di Napoli che ha fatto riferimento all’annata calcistica 2005-2006” (confronta tutti i giornali di oggi, domenica 6 maggio); nonostante l’evidenza, dicevamo, il mondo dell’informazione sta dando vita alla più gigantesca operazione di negazione – e di rimozione anticipata - che si ricordi a memoria d’uomo. In pratica: c’è un terribile scandalo esploso sotto gli occhi di tutti e tutti fanno finta di niente. E parlano di mercato, di Buffon che resta o che va via, di Frings e Almiron, della Juve che potrebbe anche – chissà – vincere subito lo scudetto. Tutti fanno finta di niente e le domande che sorgono spontanee sono: perché? A che pro? E fino a quando?
Ricapitolando. Per le vergognose intercettazioni venute alla luce in “Calciopoli 1” (maggio 2006), telefonate che riguardavano il campionato 2004-2005, la Juventus è stata mandata in B e si è vista togliere 2 scudetti; Moggi e Giraudo, i suoi due massimi dirigenti, sono stati squalificati per 5 anni con proposta di radiazione; e sanzioni più o meno pesanti sono state inflitte, sotto forma di punti di penalizzazione, anche a Milan, Fiorentina, Reggina e Lazio. Oggi, a distanza di un anno, è esplosa “Calciopoli 2”. E si viene a sapere che i giudici napoletani, proseguendo nelle loro indagini, hanno scoperto fatti ancor più compromettenti. Per esempio: Moggi aveva creato, nel 2004-2005, una rete di comunicazione segreta, con colloqui non intercettabili, con i personaggi del sottobosco della Cupola, grazie a utenze anonime svizzere date in uso a designatori, arbitri e compagnia cantante. Dopodichè, temendo di essere scoperto (gli spifferi su indagini aperte da più Procure l’avevano puntualmente raggiunto), nel 2005-2006 aveva sostituito le sim-card anonime svizzere con sim-card ancor più anonime del Liechtenstein; e aveva continuato bel bello ad orchestrare le sue trame infette sul regolare svolgimento del campionato, almeno fino all’esplosione dello scandalo (maggio 2006).
Che cosa comporta tutto ciò? Dal punto di vista della giustizia sportiva – come dice Borrelli – una conseguenza semplice ed automatica. E cioè: verrà aperta una nuova inchiesta sul filone mai indagato del campionato 2005-2006; verranno fatti interrogatori, saranno celebrati processi, verranno sanzionati – se i giudici lo riterranno – tesserati e club responsabili di questi nuovi atti illeciti. E insomma, né più né meno di quanto successe l’estate scorsa, potremmo trovarci di fronte a classifiche stravolte e a club retrocessi d’ufficio nelle serie inferiori o penalizzati. Domanda: quali sono, allo stato attuale delle indagini portate avanti dalla Procura di Napoli, i club che rischiano di più? Risposta: la Juventus e il Messina (per chi non lo sapesse: il braccio armato di Moggi, in questa storiaccia di “contatti underground” con arbitri e designatori, è un certo Fabiani, direttore sportivo del Messina, amico per la pelle del benemerito ex arbitro De Santis fin dai tempi in cui i due compagni di merende facevano gli agenti di custodia – sic – a Roma. Quando si dice i casi della vita...).
Ma torniamo a bomba. Che cosa rischiano, Juventus e Messina, in questa “Calciopoli 2”? Anche se l’argomento è tabù, anzi, Tabù con la T maiuscola (c’è chi dice che il calcio italiano, e i giornali, e le tivù, non siano in grado di sopportare un secondo anno di serie A senza la Juventus), è chiaro a tutti che se la Juve, un anno fa, venne mandata in B e penalizzata di 30 punti (poi diventati 17, infine 9) per quel che venne definito un “illecito strutturale” orchestrato da Moggi e Giraudo sull’intera stagione calcistica, si ritrova ora al punto di partenza; e cioè, se verrà provata la rete di comunicazione segreta che legava Moggi ad arbitri e dirigenti (arbitrali e del Palazzo), la Juventus rischia di essere retrocessa all’ultimo posto del campionato appena disputato, che stavolta è quello di serie B, e iscritta al campionato immediatamente inferiore, quello di C1. Dove potrebbe trovare la compagnia del Messina, che in serie B c’è già finita di suo, quest’anno, sul campo.
Naturalmente, può darsi tutto. Anche che i giudici sportivi, al termine dei processi, dicano che non c’era niente di male in quel che faceva Moggi, lasciando quindi la Juve prima classificata in B e promossa di diritto in serie A. La sola cosa certa è che qualcuno, presto, dovrà prendere atto del problema, anche a livello di comunicazione; maneggiare la patata bollente; affrontare il Tabù. E dare alla gente risposte convincenti. Perché sarà anche vero che il calcio italiano non può permettersi di fare a meno della Juventus in serie A (?): ma è importante che il rimedio non sia peggiore del male. Perché dire: “La Juventus ha già pagato abbastanza! Facciamo un bell’atto di indulgenza e mettiamoci una pietra sopra”, sarà anche un pensiero gentile, ma potrebbe essere pericoloso. Tanto per fare un esempio: con che faccia si potrebbe punire, in futuro, un Genoa che tenta in modo goffo di accomodare una partita (come successe per Genoa-Venezia 3-2) se è già passato il principio che la Juventus ha potuto condizionare indisturbata non una partita, ma un intero campionato, perdonata dal Palazzo con un buffetto e un rimprovero affettuoso? Vale la pena correre il rischio di vedere il calcio italiano trasformato in una specie di “Rollerball” dove la sola regola è: non ci sono regole? E soprattutto: come spiegare tutto questo alla gente per bene, e cioè alla stragrande maggioranza degli sportivi, già dal tempo sul piedi di fuga dal sempre più maleodorante, irrespirabile, invivibile pianeta-pallone?
Come diceva Rossella O’Hara: “Domani è un altro giorno”. E comunque, coraggio: la situazione è grave, ma non è seria...
posted by Surfcasting @ 8:03 AM   1 comments
Lo Sfottò

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